La linea sottile tra azienda e patrimonio personale
Il successo di un’azienda è spesso associato alla capacità del suo leader di prendere decisioni strategiche, di innovare e di guidare il team verso obiettivi ambiziosi. Ma c’è un aspetto cruciale che spesso viene sottovalutato: la gestione finanziaria. Un imprenditore che non ha una solida bussola finanziaria rischia di perdersi in un mare di incertezze, mettendo a repentaglio il futuro della propria azienda e, di conseguenza, il proprio patrimonio personale.
Un errore frequente, soprattutto tra i piccoli imprenditori, è quello di mescolare i fondi aziendali con quelli personali. Il conto corrente aziendale diventa un contenitore unico, utilizzato per pagare sia le spese lavorative che quelle private. Questa pratica, apparentemente comoda, nasconde insidie e pericoli:
Mancanza di chiarezza: senza una contabilità separata, diventa impossibile tracciare con precisione il flusso di cassa, identificare i costi realmente sostenuti e valutare la redditività dell’azienda.
Decisioni finanziarie errate: la confusione finanziaria porta a decisioni sbagliate, basate su dati imprecisi e su una visione distorta della reale situazione aziendale.
Rischio personale: in caso di difficoltà finanziarie, la mancanza di una netta divisione tra azienda e patrimonio personale mette a rischio anche i risparmi personali.
Un’azienda solida e prospera richiede una gestione oculata ed efficiente delle sue risorse economiche e finanziarie. La capacità di gestire adeguatamente l’economia e la finanza è fondamentale per garantire la sostenibilità, la crescita e il successo dell’azienda. Gli imprenditori delle PMI italiane che fanno buoni utili seguono alcuni principi che sono alla base del successo finanziario di un’impresa:
1) Misura gli aspetti finanziari e non giustificarli.
2) Tratta tutti i costi come se fossero un investimento e pretendi un ritorno economico da ogni spesa.
3) Lotta contro l’inesorabile crescita dei costi fissi dell’azienda.
4) Accantona con regolarità una parte del denaro che la tua azienda incassa.
5) Il denaro va gestito da una sola persona e non da un gruppo di persone.
6) Separa il tuo patrimonio personale da quello aziendale.
Quando il patrimonio personale e quello aziendale non sono separati sei in una PROPRIETÀ CONTESA CON LA TUA AZIENDA!
“Questa situazione è legata alla cultura finanziaria dell’individuo. Si tratta di una condizione piuttosto diffusa, soprattutto nelle PMI italiane. Sicuramente è vero che nel nostro Paese dilaga l’ignoranza finanziaria, di soldi non se ne parla, né in famiglia, né a scuola. Ognuno impara le cose scottandosi di volta in volta sulla propria pelle, rischiando spesso di perdere tutto. Ma non sarebbe meglio prevenire anziché curare? Farlo, in fondo, è meno complesso di quanto sembri.
Colui che sta a capo di un’azienda dovrebbe sempre pensare in modo binario: da un lato espandere e patrimonializzare la propria attività, dall’altro crearsi il suo patrimonio personale. Questo perché, fino a che le cose vanno bene, è tutto ok, ma da imprenditori dobbiamo mettere in conto qualche svista, qualche errore e soprattutto qualche rischio. Se l’azienda dovesse andare male e tu nel tempo non avessi creato ricchezza per te, sia tu che l’azienda andreste a picco. Devi avere le spalle larghe per dare sostegno all’azienda qualora le cose non andassero come sperato. Ma se tutto quello che hai e tutto quello che sei è l’azienda, se fallisce la tua attività fallisci anche tu come persona. Il fatto è che un progetto può fallire, ma l’uomo no. Non deve accadere!
In questo genere di proprietà contesa troviamo l’imprenditore che usa i conti correnti aziendali per vivere, non paga i dividendi, non si dà un compenso in base a ciò che fa e ai risultati che ottiene. Usare la carta aziendale come la propria carta personale è un errore banale, eppure madornale. Non ti consente di avere sotto controllo né l’andamento dell’azienda né quello della tua vita.
Guardando le entrate e le uscite dai conti aziendali non si comprende come aggiustare il tiro per abbassare i costi fissi, non si riescono a calcolare in modo esatto i margini, non si riesce a fare nessuna previsione sul futuro, in poche parole: non si sa che fine fanno i soldi né si capisce come poterli usare al meglio. Inoltre, il tuo patrimonio personale è inesistente. Quando ti servono soldi li prelevi dalle casse dell’azienda come fossero un bancomat. Questa condizione è estremamente pericolosa. Un imprenditore, qualunque cosa faccia, qualunque siano le dimensioni della sua azienda e qualsiasi sia il settore in cui opera, deve avere un controllo finanziario chiaro.
Hai un compenso per il ruolo che svolgi? Ad esempio, se oltre a essere il titolare, tu svolgessi il ruolo di direttore commerciale nella tua azienda, dovresti darti uno stipendio anche in qualità di direttore commerciale. Questo perché, un domani, quando troverai un’altra persona per svolgere quel ruolo al posto tuo, saresti in grado di trasferirle il compenso che oggi prendi tu.
Se non lo fai, lavori gratis e non riesci a comprendere se hai o meno budget a disposizione per assumere personale. Non puoi lavorare gratis e affermare di fare tanti utili, perché ciò che chiami “utile” sarebbe in questo caso un dato falsato, sarebbe l’insieme degli stipendi che non ti sei mai dato.
Il compito di un titolare è quello di fare in modo che tutto fili liscio mentre guida le sue persone, attraverso la sua vision, a ottenere grandi risultati. L’imprenditore è colui che si occupa dei numeri e delle persone della sua organizzazione, dunque non puoi esimerti dall’avere pieno controllo di entrambe le cose. Se non hai un conto personale separato da quello aziendale, tenderai a fare o una vita di stenti, lasciando tutto in azienda e lavorando h24 gratuitamente, oppure tenderai a prosciugare tutto ciò che di buono hai prodotto con la tua attività. Devi pagarti in base alla tua produttività, non in base alle esigenze del momento!
Compili mensilmente un piano finanziario per la tua azienda?
A fine anno, ti dai dei budget per l’anno successivo per investimenti, marketing, risorse da assumere, ecc.?
Tieni monitorate le statistiche di fatturato, incassato e utile?
Accantoni regolarmente del denaro per essere certo di riuscire a pagare tutte le imposte fiscali?
Hai dei chiari obiettivi di fatturato, incassato e utile mensili?
Sul piano personale, invece, quanto guadagni mensilmente? Quanto vorresti guadagnare? Quanto riesci ad accantonare?
Queste domande sono essenziali! Devi fartele ogni mese, ogni settimana e ogni giorno. Anche se potrebbe sembrarti la parte più noiosa del lavoro, questa è in realtà la parte più importante, quella strategica e che in definitiva ti aiuta a capire l’andamento della tua attività in modo realistico e concreto. I numeri non mentono, ricordartelo!”
La separazione tra azienda e patrimonio personale non è solo una questione di ordine finanziario, ma una garanzia di sicurezza per il futuro. Un imprenditore che ha una bussola finanziaria ben definita può:
Prendere decisioni strategiche consapevoli: Con una visione chiara della situazione finanziaria, può investire con maggiore sicurezza e indirizzare l’azienda verso un percorso di crescita sostenibile.
Proteggere il patrimonio personale: In caso di difficoltà, può limitare i rischi per il suo patrimonio personale, salvaguardando la sua stabilità finanziaria e il suo futuro.
Costruire un’azienda solida: Una gestione finanziaria accurata crea un’azienda solida e affidabile, in grado di affrontare le sfide del mercato con maggiore sicurezza.
La crescita di un’azienda, come quella di un albero, deve poggiare su radici solide. Una solida base finanziaria, con una chiara separazione tra azienda e patrimonio personale, è la chiave per costruire un futuro solido e sicuro.